SALUZZO E I SUOI MUSEI

15.06.2014 13:50

SALUZZO E I SUOI MUSEI

CASA CAVASSA,  oggi Museo Civico di Saluzzo,                                                                                                    

      è uno degli edifici-simbolo del rinascimento saluzzese: fu la dimora di Galeazzo Cavassa e del figlio Francesco, membri di una nobile famiglia originaria di Carmagnola. La residenza, frequentata da intellettuali e personaggi di alto rango, fu oggetto di importanti interventi decorativi. La casa fu trasformata in museo per merito del marchese Emanuele Tapparelli D'Azeglio (1816-1890), che la acquistò nel 1883 e intraprese importanti lavori di recupero. Nonostante le numerose trasformazioni subite in epoche successive, alcune opere testimoniano ancora il fasto della casa all'inizio del XVI secolo. Tra queste spiccano il portale marmoreo e il portone ligneo, recanti il motto di famiglia “droit quoi quil soit” (“avanti a qualunque costo” o “giustizia quale che sia”).  Oggi il museo si presenta in una sequenza di 15 sale con soffitti lignei dipinti e pareti decorate; l'arredamento è costituito da mobili d'epoca. Di particolare rilevanza sono, nel loggiato, tre finestre bifore in stile tardo gotico e gli affreschi a grisaille con le Imprese di Ercole (opera di Hans Clemer, tra il 1506 e il 1511). All'interno delle sale sono conservati, tra l'altro, la pala d’altare della Madonna della Misericordia, capolavoro di Hans Clemer (1499 c.), e il coro ligneo tardogotico proveniente dalla cappella dei marchionale di Revello ( v sala ).                                                                                

MUSEO DELLA CIVILTA’ CAVALLERESCA   

  Al 3° piano della manica ottocentesca, un nuovo allestimento multimediale presenta, alla luce della storia europea, i tratti salenti dell'identità culturale espressa dai Marchesi di Saluzzo e dai ceti dirigenti a loro collegati fra XII e XV secolo. Il Museo si articola in 11 sale, ognuna delle quali illumina un aspetto o un momento significativo della società cavalleresca e cortese del Marchesato, presentando uno o più personaggi chiave: matrimoni, carriere ecclesiastiche e militari, riferimenti letterari collocano Saluzzo al centro di un sistema di relazioni di volta in volta con il Papato, l'Impero,il regno di Francia, gli Angioini, gli stati grandi e piccoli della Penisola

MUSEO DELLA MEMORIA CARCERARIA     

 La Castiglia, come istituzione penitenziaria, ha attraversato gran parte della storia nazionale: dal Risorgimento all’Unità, dal fascismo alla Repubblica sino alla sua chiusura nel 1992, a ciascuna di queste fasi storiche hanno corrisposto diverse concezioni della pena e diverse scelte di politica criminale. Allestimenti di grande impatto emotivo, sostenuti da una documentazione d’archivio di ineccepibile rigore scientifico, concorrono a proporre un inedito percorso museale di indubbia suggestione nella sequenza della antiche celle di isolamento al piano seminterrato. Personaggi famosi, reclusi e funzionari, pericolosi briganti e poveri marginali compongono la storia del primo carcere moderno del regno sabaudo attraverso un allestimento multimediale che si propone di coinvolgere il pubblico anche dei non esperti e dei giovani.. Una riflessione a 360 gradi sul carcere, sul suo significato storico per le moderne democrazie e sui suoi infiniti rapporti con l’arte, il cinema e la letteratura

                                                      

       PINACOTECA MATTEO OLIVERO       

   Al secondo piano dell'Antico Palazzo Comunale, in Salita al Castello, è stata allestita la Pinacoteca dedicata a Matteo Olivero, il pittore di Acceglio che espose a Parigi, Bruxelles e Monaco, e che dal 1905 al 1930 aveva allestito lo studio proprio in Salita al Castello, a pochi passi dal nuovo museo.

L’esposizione comprende 67 dipinti, 17 disegni e 2 sculture scelti dalla dr. Maggio Serra tra i più significativi dell’intera collezione suddivisi in quattro ambienti espositivi sulla base di altrettante tematiche: Il tempo del realismo sociale, L’adesione al divisionismo, Gli anni Venti, Il metodo di lavoro.
In apertura viene messa in luce la sensibilità dell’artista nei suoi anni giovanili per i temi sociali, da ricondurre all’ambiente artistico torinese della sua formazione, tra realismo e simbolismo, che trovò una particolare rispondenza nella psicologia dell'artista.  Completano la documentazione dell’attività di questi anni due Autoritratti di turbata introspezione e ritratti maschili e femminili sommessi o dolenti.
Le opere della seconda sezione testimoniano le differenti ricerche e le riuscite dell’artista dai primi del Novecento fino alla grande Guerra: il linguaggio del colore diviso -soprattutto nelle tele più tarde - è volto ad un personale dialogo con la natura delle campagne e delle valli cuneesi, con i loro spettacolari panorami alpestri.
Nella terza sezione, testimonianza degli anni Venti, Olivero, senza abbandonare l’ortodossia divisionista, ama esprimersi anche con una pittura di tocco o di delicate velature, riscontrabile in freschissimi paesaggi.
L’ultimo ambiente prosegue gli esempi dell’attività di ritrattista esercitata con continuità dall’Artista. Il centro dell’attenzione è tuttavia costituito dall’esteso dipinto divisionista Mattino: alta valle Macra esposto a Parigi nel 1910, che per le eccezionali dimensioni (mm.410x223) esige di essere esposto nello spazio più grande, con visibilità a distanza.

                                                             
CASA MUSEO SILVIO PELLICO

  Casa Pellico è un edificio di origine medioevale situato nella suggestiva piazzetta dei Mondagli, appena al di fuori della cerchia di mura del 1280, presso l'antica porta dei Mondagli abbattuta nel 1890. Grazie ai recenti restauri effettuati dal Comune è oggi possibile rileggere la storia dell’edificio. La struttura portante è costituita da quattro archi ogivali affrescati; nel Cinquecento l’edificio è stato soprelevato con delle loggette all'ultimo piano, ora murate.  Risale invece ai primi  dell’ Ottocento la loggia chiusa e terrazzata al piano della piazzetta, su cui si affaccia un salone neoclassico elegantemente decorato. Nel piccolo appartamento del primo piano, nacque nel 1789 lo scrittore e patriota Silvio Pellico. Oggi il Museo Casa Pellico è aperto al pubblico come spazio per attività culturali e visite guidate.

OSSERVATORIO AMLETO BERTONI     In due sale dell'antico Quartiere di Cavalleria, ora sede della Fondazione Bertoni (che promuove importanti iniziative di Antiquariato e Artigianato), è ricostruito lo studio-dimora di Amleto Bertoni (1875 -1967) con arredi, documenti e collezioni originali. Imprenditore, educatore, mecenate, Bertoni fu l'artefice della ripresa in epoca moderna della grande tradizione artigianale saluzzese specializzata nella riproduzione del mobile in stile e nel restauro del manufatto antico, formando generazioni di ebanisti, intarsiatori, doratori e tappezzieri nella propria florida e conosciutissima azienda, insieme laboratorio e galleria d'arte. Accanto al museo, uno show room del Consorzio Saluzzo Arreda - con proposte di arredamento artigianale di disegn contemporaneo - completa l'Osservatorio permanente del "Mobile di Saluzzo" e lo apre al futuro. (Visita solo su prenotazione presso il Consorzio Saluzzo Arreda)