Il Marchesato di Saluzzo
Fra le Alpi del Monviso, lungo le rive del Po e di vivaci torrenti, si aprono in variegato ventaglio ben sei vallate, circondate da dolci colline e prospicienti fertili pianure, ricche d’acque e di frutti.
Su queste terre preziose, dal clima dolce e amabile, quattordici Marchesi ressero una corte indipendente, splendida per arte , cultura e commerci. Su queste terre generose, forgiate con splendida varietà da una natura assai munifica, uomini sapienti e laboriosi continuano a coltivare e a produrre, mantengono vive le tradizioni artigiane e si aprono al mondo di oggi con tutto l’orgoglio di un moderno operare.
Il Marchesato di Saluzzo è stato un potere del Piemonte feudale che conserva ancora oggi un nitido profilo, per l’incontro di un’edilizia signorile, della raffinata corte e di una civile arte del vivere, che ha lasciato la sua impronta in tanti centri storici.
Sin dal 1142 questo piccolo regno fondò la sua indipendenza su un’accorta politica di alleanze e matrimoni tra Francia e Savoia.
E fu così che si trovò ad essere la cerniera tra il Piemonte , la Francia e la Liguria, assimilando lo stile e la cultura del gotico d’oltralpe ma aprendosi anche al respiro dell’Umanesimo e del Rinascimento italiano.
La sua corte, splendida e ricca, ci parla attraverso quei tesori tardogotici che forgiarono il suo momento più felice.
Ecco lassù, fra i monti più impervi, l’incanto segreto degli affreschi di Elva…laggiù, fra i campi di grano, la spirituale medievale atmosfera dell’Abbazia di Staffarda… là tra i castelli di Lagnasco, Manta, Castellar e Costigliole incoronare da ogni poggio la pianura trapunta di campi lavorati...infine Saluzzo, la capitale del piccolo scrigno.
Nel Piemonte di oggi non c’è l’equivalente del centro storico di Saluzzo, la piccola “Siena delle Alpi “ che sembra essersi fermata nell’incantevole atmosfera del Quattrocento.
Basterà passeggiare fra le sue antiche mura, lasciandosi guidare verso la Castiglia , i palazzi affrescati, il gioiello gotico della chiesa di San Giovanni, il museo di Casa Cavassa, la casa natale di Silvio Pellico fino ad arrivare al Duomo dell’Assunta, nella parte bassa della città, per rendersi conto della ricchezza del patrimonio artistico.